Smell Festival è probabilmente un dei primi eventi ricorrenti dedicati alla cultura dell’olfatto e del profumo indirizzato a un pubblico non specializzato. Nato nel 2010, la sua caratteristica è di non essere una fiera a carattere commerciale, e neppure un’iniziativa riservata a un numero ristretto di addetti ai lavori, o un evento one-spot. È una rassegna che anno dopo anno promuove approcci originali all’universo olfattivo e e nuovi modi di usare il linguaggio del profumo in diversi contesti.
Dieci anni sono un arco di tempo significativo durante il quale è cambiato il modo in cui la nostra società considera il senso dell’olfatto e il suo ruolo nella nostra vita. L’industria del profumo ha subito importanti metamorfosi e si è evoluto anche il modo in cui le persone scelgono le fragranze e parlano di questi prodotti. Ho perciò chiesto a Francesca Faruolo – fondatrice e direttrice artistica di Smell Festival – ha condiviso con la giornalista Giulietta Ptoyan, alcune considerazioni su come si è evoluta la rassegna in questi anni e che cosa ha permesso a questo pionieristico evento di proseguire così a lungo.
Qual è stato i tuo primo pensiero quando la decima edizione di Smell Festival è finita?
Una profonda gratitudine verso tutte le persone che ci hanno seguito in questa avventura: il nostro staff, gli sponsor, gli espositori, i tanti partner con cui abbiamo collaborato e il meraviglioso pubblico. Viviamo in un’epoca in cui le persone sono più che mai separate, assorte nelle proprie esistenze individuali, impegnate a far funzionare la propria attività a testa bassa. Tutto concorre a dividerci. Ogni anno Smell Festival mi ricorda quanta forza possa scaturire dall’unione e dalla condivisione di un ideale.
Il programma era molto interessante, com’è stata la risposta del pubblico e che impressione hai avuto in generale?
Credo che agli inizi Smell Festival fosse molto poetico, con suggestioni magiche e molto spazio dedicato all’arte. Da un paio di anni gli ospiti sono soprattutto ricercatori e docenti che vengono dall’ambito accademico. Il Festival ha mantenuto la propria capacità evocativa che continua a ispirare le persone, ma abbiamo voluto dare maggior risalto agli studi sull’olfatto che negli ultimi tempi si sono moltiplicati in diverse discipline. Questa evoluzione è stata possibile anche grazie al supporto di Moellhausen S.p.A, azienda distributrice di materie prime per la profumeria e fragrance house che ha apprezzato la nostra attenzione sul senso dell’olfatto in generale, e non solo sui profumi.
Credo che l’atmosfera soffusa della manifestazione, la sua dimensione contenuta e l’ambientazione d’eccezione abbiano contribuito anche quest’anno a creare quel senso di rarità e di ricercatezza indispensabile a valorizzare i contenuti dell’evento e le fragranze proposte. Ringrazio tutte le case di profumo che hanno creduto nel Festival e in particolare Aquacosmetics, distributore italiano di Molinard, che a Smell Festival ha celebrato il 170 esimo anniversario della Maison.
L’evento ha avuto molta risonanza sulla stampa. A che cosa pensi sia dovuto questo interesse?
Essendo estremamente focalizzati sul nostro argomento abbiamo conquistato particolare autorevolezza non solo presso il pubblico ma anche presso la stampa nazionale e internazionale. Il risultato è che molti giornalisti si sono incuriositi e hanno dedicato servizi televisivi, trasmissioni radio e articoli di giornale a Smell Festival portando al centro dell’attenzione temi non proprio facili e popolari, insieme a nomi di persone che di fatto sono sconosciute ai più. Abbiamo avuto un servizio su RAI 3 (=> guarda il servizio al minuto 8.06) e RETE 4 (=>guarda il servizio al minuto 32), e persino il telegiornale della TV nazionale della Slovenia (=> guarda il servizio) ci ha dedicato un approfondimento.
Crediamo davvero che il profumo si possa fare cultura e non semplice intrattenimento. Per questo il programma del Festival è sempre concepito in modo da condurre i giornalisti su specifici argomenti che ci stanno a cuore, rendendoli irresistibili grazie a un po’ di esperienza e intuito.
Com’è cambiato, se è cambiato, il pubblico del Festival in questi anni?
Il Festival è un evento che fidelizza molto, perciò abbiamo un folto gruppo di persone che rivediamo con piacere ogni anno. Si appassionano nel sentire nuove fragranze, ascoltano con interesse i racconti di chi le ha create e sono attente alle conferenze interdisciplinari che proponiamo. Poi ad ogni edizione appaiono anche molti volti nuovi di persone che scoprono questo mondo per la prima volta o che magari hanno sempre sentito parlare del Festival ma non avevano ancora avuto occasione di partecipare.
Da sempre l’evento richiama un pubblico che arriva da tutta la Regione Emilia-Romagna e da altre regioni limitrofe. Qualcuno ci raggiunge dall’estero e in questo caso offriamo la possibilità di avere un interprete personale per gli eventi in italiano. Nel corso degli anni abbiamo constatato che il pubblico è sempre più focalizzato. Alle prime edizioni il 60% del pubblico erano cittadini di Bologna incuriositi da specifici argomenti. Spesso partecipavano a una singola conferenza e poi sparivano. Oggi le persone per la maggior parte da altre città di’Italia e sempre meno “per caso”. Quasi sempre ha un forte interesse personale e spesso qualche ragione professionale per essere presenti. Qui trovano la possibilità di ascoltare idee e di fare network. Non so quante collaborazioni sono nate durante l’evento. E tante persone hanno iniziato grazie al Festival a interessarsi di profumo e addirittura hanno intrapreso poi specifici percorsi di studio.
Possiamo parlare di Smell come di una community? Se, si, come che evoluzione ha avuto nel tempo?
Siamo un’associazione culturale, questo significa che il carattere democratico e i valori di aggregazione e promozione sociale fanno parte della nostra storia e della nostra cultura. Abbiamo centinaia di soci in tutta Italia, alcuni sono più attivi di altri, ma certo sono una popolazione piuttosto numerosa che condivide i nostri valori. Dal 2017, grazie al nostro nuovo spazio a Verona, l’interazione con i soci è diventata molto più stretta e lo sarà sempre più nei prossimi anni.
La nostra non è una comunità informale, come quelle su internet. Abbiamo un vero e proprio atto costitutivo e uno statuto, siamo inoltre iscritti a un Registro delle associazioni. Questo significa che abbiamo precise regole a cui attenerci e parecchie responsabilità di cui farci carico. Ben prima che la Rete ci abituasse a termini come “community” le associazioni già lavoravano sui rispettivi territori per promuovere cultura, socialità e importanti valori come l’educazione la solidarietà e l’assistenza. Smell Festival e Smell Atelier sono parte di questo grande movimento associazionista dove l’interesse dei singoli si armonizza con l’interesse comune.
Raccontaci un po’ delle prossime iniziative di Smell Atelier.
Già da ora sono aperte le iscrizioni alle attività che ricominciano i primi di settembre. In programma corsi di Training Olfattivo, accessibili a tutti per allenare l’olfatto e scoprire l’importanza degli odori nella nostra vita. Abbiamo poi “Fleurs! La vita alchemica dei fiori”, un ciclo di incontri monografici dedicati al profumo dei fiori, in particolare il fiore di loto, la gardenia, la magnolia. Per i più creativi c’è “Paesaggi Olfattivi”, durante il quale faremo conoscere materie prime usate in profumeria e guideremo i partecipanti nella creazione di un profumo. A settembre, si terrà inoltre la nuova edizione del corso “Il senso dell’olfatto per sentire, conoscere, creare”: due giornate intensive per approfondire le caratteristiche di questo senso e come utilizzarlo al meglio.
Sempre a Verona inizierà a ottobre La Natura del Profumo, la nostra scuola di profumeria naturale, mentre a Bologna è in programma a gennaio 2020 il corso di profumeria “Il Linguaggio del Profumo”. Seguiremo poi un folto gruppo di studenti nella realizzazione di una loro fragranza che sarà presentata al pubblico l’anno prossimo.
In queste settimane stiamo anche lavorando ad altri progetti ed eventi in collaborazione con aziende e agenzie di comunicazione. Siamo entusiasti di curare un allestimento olfattivo e un gioco didattico per il Museo del Paesaggio del Chianti.