Atmosfera è un termine che usiamo spesso nel linguaggio quotidiano e che apprezziamo per la sua poetica vaghezza. È una parola che allude al “clima” presente in un ambiente, e a certe qualità ineffabili che spesso percepiamo grazie al più evocativo e subliminale dei sensi: l’olfatto. Odori e atmosfere sono accomunati da una dimensione spaziale e condividono una condizione ontologica incerta. Non sono cose “fatte e finite”, ma “quasi-cose” secondo la definizione proposta da Tonino Griffero, docente di estetica all’università Tor Vergata di Roma.
Il professor Griffero ha dedicato numerosi saggi e libri al tema delle atmosfere, ampliando la riflessione già avviata da alcuni studiosi tedeschi contemporanei. Grazie a lui, durante la decima edizione Smell Festival, abbiamo potuto approfondire lo stretto rapporto che esiste il profumo e la percezione di un ambiente. Un legame che ci è familiare e di cui si parla anche in relazione al “marketing olfattivo”, ma che merita di essere trattato con la dovuta profondità e messo in relazione a una più ampia riflessione relativa allo spazio.
“Nel XX secolo i filosofi si sono occupati soprattutto del Tempo” afferma Griffero, “mentre il XXI è per eccellenza il secolo dello Spazio”. Uno spazio non meramente topografico, ma atmosferico, intriso cioè di sentimenti e di qualità sottili che si manifestano spesso e volentieri sotto forma di odori e profumi.
“Una traccia di profumo, un odore lontano, può determinare una vera e propria atmosfera all’interno del mondo immaginario” scriveva Gaston Bachelard.
Siamo soliti dire che il profumo parli il linguaggio delle emozioni e traduca (nel senso etimologico di “trarre-fuori”) i nostri stati d’animo. Per giustificare questo fenomeno facciamo riferimento al legame privilegiato esistente tra il sistema olfattivo e le aree del nostro cervello specializzate nell’elaborazione delle emozioni. Questa spiegazione rafforza la nostra convinzione che le emozioni siano un prodotto esclusivo della nostra vita interiore, personale, soggettiva.
Ebbene, l’aspetto forse più originale della filosofia delle atmosfere e delle riflessioni di Griffero, è l’idea che secondo cui sono gli ambienti e le situazioni a trasmetterci le loro emozioni e non viceversa (o per lo meno non soltanto). Le atmosfere sono infatti definite come “sentimenti spazializzati”. Sentimenti che possono essere captati attraverso percezioni sensoriali, in special modo olfattive. Ci basta infatti “annusare l’aria” per capire una situazione.
La domanda a questo punto è: come riusciamo a “provare” sentimenti che stanno fuori di noi. Come possiamo renderli nostri?
La ben nota teoria dei neuroni-specchio, così come le riflessioni sull’empatia, dimostrano che le immagini (anche solo pensate) attivano reazioni motorie consce o semi-consce. A questi spunti si aggiunge l’idea delle “affordance” di James Gibson (che molto ha influenzato l’ergonomia) secondo cui le cose trasmettono informazioni implicite sulle azioni da compiere e gli atteggiamenti da tenere in loro presenza. Per esempio la forma accogliente di una poltrona è un invito a sedersi e a rilassarsi. Allo stesso modo, le “affordance atmosferiche” ci suggeriscono azioni da compiere e “modi di impiego” di una situazione o di un ambiente. Questo ragionamento può essere esteso anche agli odori o profumi, captati dal senso atmosferico per eccellenza, l’olfatto. Una stanza pervasa da un profumo di pulito suggerisce un atteggiamento rispettoso, così come l’odore di incenso e di candele induce al contegno e al raccoglimento le persone permeate di una certa cultura religiosa.
Affascinante, direte voi, ma a cosa serve?
Secondo una certa scuola di pensiero, le atmosfere si generano in modo spontaneo e non è possibile costruirle volutamente. Eppure è innegabile che ci siano anche atmosfere progettate e create da professionalità specifiche. Griffero nel suo libro “Atmosferologia” ne cita alcune: scenografia, progettazione d’eventi, marketing, retorica, allestimenti museali, arredamento d’interni ecc. Inoltre esiste un fervente interesse verso l’abbinamento di degli studi sulle atmosfere all’urbanistica e alla progettazione degli spazi pubblici.
Se vi occupate di questi ambiti professionali troverete senz’altro ispirazione nel video di Tonino Griffero raccolto durante Smell Festival 2019. Il filosofo spiega alcuni concetti chiave della sua ricerca e ci introduce alla complessità di una materia che merita una maggior considerazione da parte di tutti coloro che desiderano “creare atmosfere” servendosi delle qualità espressive degli odori.