Scented theatre: profumi in scena

Un profumo ci può trasportare nel cuore di un racconto così come una voce narrante, le immagini di un film o un dipinto? Dobbiamo prendere atto che oggi le fragranze sono molto più che cosmetici. Secondo la regista Barbara Pia Jenič, gli odori sono «l’elemento, spesso mancante sulla scena, che ci mette in connessione con un grado di consapevolezza profonda, facendo sì che ogni evento si trasformi in un’esperienza personale.»
Profumare un museo per rendere più vivido il racconto storico; infondere odori in un percorso didattico per favorire la partecipazione del pubblico; utilizzare il profumo durante uno spettacolo teatrale per creare il clima emotivo di una certa scena. Queste pratiche sono sempre più ricorrenti eppure non esistono percorsi didattici che preparino i professionisti ad affrontare le problematiche che la profumazione di uno spazio pubblico comporta. E non parliamo solo di questioni tecniche come scegliere e programmare gli strumenti per la diffusione di aromi nell’ambiente. Dobbiamo fare i conti con la soggettività della percezione olfattiva e con il modo in cui la cultura di appartenenza incide sul significato che le persone attribuiscono agli odori. Ma soprattutto, dobbiamo considerare che un odore nel contesto teatrale non può limitarsi a creare un “gradevole sottofondo”, ma deve diventare parte integrante della drammaturgia.

Barbara Pia Jenič ha iniziato il proprio percorso grazie al Teatro de los Sentidos, compagnia diretta da Enrique Vargas che fin dai primi anni Novanta ha lavorato sul coinvolgimento del pubblico creando spettacoli immersivi. Lavori memorabili, come The Oracles, puntavano a scardinare la posizione tradizionale dello spettatore passivo di fronte alla scena invitando ogni visitatore a percorrere fisicamente incredibili labirinti pervasi da stimoli tattili, visivi, uditivi e olfattivi.
Già da queste prime esperienze, l’attrice e regista slovena ha potuto constatare quanto fosse delicato e al tempo stesso essenziale sollecitare il senso dell’olfatto. Ha quindi fatto proprio il ruolo di curatrice degli allestimenti olfattivi fondando Senzoium, un centro di ricerca e pratica sul linguaggio sensoriale.

Nel corso della propria ventennale esperienza, ha curato la regia di spettacoli che integrano odori e profumi in scena, anche dove il pubblico assiste alla rappresentazione da seduto condividendo il medesimo spazio con altri spettatori. Ha quindi affinato alcuni espedienti per sfruttare le potenzialità degli odori nella costruzione drammaturgica.
Per esempio, in una scena di Gothic Windows, tratto dal poema di Dane Zajc, un’attrice torturava un attore assetato spremendogli davanti agli occhi il succo di un’arancia. Il gesto crudele si accompagnava alla diffusione tra il pubblico di un intenso aroma di arancia. Alla fine della rappresentazione, la regista notò che i commenti degli spettatori ruotavano di frequente attorno a questa scena chiave dimostrando con quanta forza si fosse impressa nella mente delle persone. “Spesso si rivela decisivo portare l’odore nel campo del visibile” sostiene Barbara Pia Jenič “per far sì che esso venga percepito consapevolmente dal pubblico e consapevolmente associato alla storia”.

L’opera della maturità espressiva è lo spettacolo Il Profeta, tratto dal celebre romanzo di Khalil Gibran. “In questa regia ho introdotto fragranze in diverse forme” spiega la regista, “sui tessuti con cui il pubblico veniva in contatto, nell’olio di mandorle che penetrava sui palmi delle loro mani, tramite diffusori che irradiavano aria profumata, in forma di fuoco e fumo, o tramite la frutta posta nelle mani degli attori.”
Si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini del teatro, una riscoperta delle radici. Nei riti legati ai misteri eleusini e nel teatro greco, la rappresentazione era infatti soffusa di ogni genere di odori e profumi: fiori, frutti, sangue e carne degli animali offerti in sacrificio, vino, miele, libagioni, incensi e fumigazioni.
Si può quindi dire che il teatro contemporaneo negli ultimi decenni abbia recuperato mezzi espressivi di cui nel corso dei secoli abbiamo perduto cognizione. Un percorso tortuoso e appassionante che dovrebbe essere di aiuto a tutti gli artisti che oggi intendono applicare il linguaggio degli odori sulla scena o, in generale, servirsene come strumento di narrazione.

In questo video Barbara Pia Jenič ci aiuta a comprendere il senso di una pratica radicata nel teatro fin dalle origini, e quanto sia importante trasmettere le competenze acquisite alle nuove generazioni. Non solo di attori e registi, ma anche, perché no, di profumieri.