Volatili e senza sembianza gli odori resistono al nostro tentativo di contenere e definire il mondo. La percezione olfattiva è talmente ondivaga e soggettiva che possiamo pronunciarci sugli effetti e le qualità di una materia aromatica solo esaminando un insieme di casistiche. Quando si parla di odori, il linguaggio stenta a far presa, diventa evocativo, e la nostra mente classificatoria cade cento volte in errore. Se ci soffermiamo sulla dimensione estetica, il profumo appare la compiuta espressione di una bellezza evanescente che, come la moda, tutto travolge in un frenetico divenire.
Ma ecco il paradosso: proprio questa entità incostante e capricciosa, l’odore, è capace di creare un legame di ineguagliabile potenza con la memoria. L’”effetto Proust”, ovvero la possibilità di vivere sensazioni passate ed emozioni perdute partendo da un richiamo odoroso, è un fenomeno di grande ispirazione che si presta a continui studi e applicazioni in diversi campi del sapere. Il labile supporto del profumo rivela così una doppia identità: interprete dell’effimero e fedelissimo custode del tempo.
Smell 2013 intende sfiorare il centro di questo paradosso: il Paradosso dell’Effimero che coglie e illumina l’anima contraddittoria degli odori e delle nostre percezioni olfattive. Desidera percorrere la sottile linea di confine tra fugacità e permanenza, invitando a coniugare gli opposti. Con solenne leggerezza e volatile sedimento.
(Francesca Faruolo)
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As a perfume doth remain
In the folds where it hath lain,
So the thought of you, remaining
Deeply folded in my brain,
Will not leave me; all things leave me –
You remain.
(Come un profumo rimane
Nelle pieghe in cui è stato posto
Così il pensiero di te, rimanendo
Profondamente riposto nella mia mente
Non mi lascerà; tutte le cose mi lasciano –
Tu rimani.)
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Arthur Symons – You Remain