
Tra i creatori di fragranze indipendenti più apprezzati in Italia, Antonio Alessandria realizza i suoi profumi attingendo a racconti e ricordi legati al suo passato e alla sua terra d’origine, la Sicilia. La sua capacità di scrivere storie olfattive interconnesse a questi luoghi fisici ed emotivi e di farle volare verso spazi inesplorati alla ricerca di nuovi percorsi e suggestioni, ha ispirato il titolo Le radici e le ali scelto per l’evento che lo vede protagonista a Smell Festival sabato 27 maggio.
Nato a Catania, cresciuto in un ambiente pregno di moda e di musica, Antonio segue l’interesse per gli studi scientifici e intraprende la carriera di ingegnere. Ma l’incontro con la profumeria artistica fa scoccare in lui la scintilla del vero amore. Decide così di aprire nel 2005 a Catania il suo salotto di profumeria artistica, Boudoir 36, per poi arrivare, quasi dieci anni dopo, a comporre e firmare una linea di fragranze tutta sua.
In attesa di incontrarlo a Smell Festival ci siamo intrattenuti in una conversazione sul suo modo di intendere e concepire le fragranze. E, a sorpresa, Antonio ci ha svelato un piccolo segreto celato nel nome dei suoi primi profumi.
Il profumo come fotogrammi di storie reali e fantastiche incasellate nei ricordi di un passato vissuto, ma anche immaginato. Potremmo definire così le tue ispirazioni profumate?
Sin dal mio primo contatto con il mondo della profumeria artistica, la cosa che più mi ha colpito e affascinato è stata la possibilità di raccontare delle storie tramite gli odori o l’opportunità di ricreare delle ambientazioni effimere a partire dalle sensazioni olfattive. Un’antica passione per la narrazione ha fatto da substrato a questa nuova scoperta. Mettendo insieme le due cose ho strutturato la mia visione di profumeria: un’arte al servizio di una trasmissione non orale, bensì sensoriale, percettiva e soprattutto immaginativa e subliminale.
La Sicilia, l’atelier di sartoria di tua madre, il salotto di profumeria artistica Boudoir 36: alcuni dei luoghi fisici e mentali della tua vita e dal forte impatto. Quale o quali di questi potremmo definire le tue radici? O le tue roots affondano in altri territori?
Senza dubbio le mie radici affondano nella cultura dei luoghi siciliani. Sin da piccolo sono sempre stato affascinato dalle storie e dalle leggende legate ai luoghi della mia città e alle sue stratificazioni culturali che dai greci ai romani, dagli arabi a tutte le successive dominazioni sono certamente innumerevoli. Tuttavia sono convinto che ognuno di noi trovi un modo personale di rileggere le proprie radici, creando degli innesti con altre culture, con nuovi elementi che variano in base ai gusti individuali e al livello di curiosità che è connaturata all’uomo.
Qual è stata la scintilla che ti ha spinto a rivoluzionare completamente la tua vita, a lasciare alle spalle una carriera ingegneristica ormai consolidata per trasformarti in creatore di profumi?
Sono una persona che si lascia infiammare da ciò che gli piace, quindi direi che il motore delle mie scelte è stata certamente la passione per il mondo dei profumi e la voglia di raccontarne la bellezza.
Nei tuoi profumi ci sono frammenti odorosi che ti rappresentano più di altri, accordi che potresti considerare rêve récurrent della tua creatività e che sono la tua firma olfattiva?
La prima trilogia era caratterizzata dalla presenza costante di note cuoiate ed animali. Direi che le note che più mi affascinano sono le note ricche, profonde e scure. Parlando di forme olfattive amo decisamente le fragranze complesse e sfaccettate.
E infine una curiosità: Nuit Rouge, Noir Obscure, Nacre Blanche, le tue tre prime creazioni hanno un nome che inizia con una N. C’è una ragione o è un caso?
In effetti la prima trilogia si chiamava Hommage à la lune. Era dedicata alla luna perché l’astro rappresentava la mia idea di profumeria. Siccome non c’è luna senza notte, ho deciso di scegliere dei nomi che iniziassero tutti per N.